Diritti individuali ed interessi collettivi: riapriamo il confronto

19/07/2016

“... è la gente che fa la storia....” Ultimamente molte sono state le norme, le leggi, importanti a sostegno della vita libera, della vita indipendente, dell'autodeterminazione delle persone con disabilità più o meno grave. L'ultima, la “legge Argentin” sul Dopo di noi ne è testimonianza puntuale. Anche a livello della nostra regione, la Toscana, le norme non sono da meno, basti il riferimento al Primo rapporto sulla disabilità in Toscana del dicembre 2015. Non si può ignorare peraltro, visto anche il dibattito attuale sulla Costituzione Italiana che tutte queste norme e leggi, compresa anche la 328/2000 (Legge quadro per la realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali) e la 180/1978 (Legge Basaglia), non sono altro che la logica conseguenza, dell'articolo 2 della Costituzione “ La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l'adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale” e volendo anche dell'articolo 32 che nella sua seconda parte dice: “...Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana”: E' bene precisare che tutti noi abbiamo il dovere di rispettare e di far rispettare la costituzione e ogni legge. I genitori che hanno la tutela dei propri figli hanno anch'essi questo dovere e dovendo decidere per loro hanno anche il dovere, oltre che il diritto, di discutere ogni soluzione prevista essendone anch'essi responsabili. Ma tutto ciò forse potrebbe anche non essere sufficiente. E allora chi garantisce, chi spinge le persone con disabilità verso una vita libera, chi è che spinge gli “ortolani coraggiosi” verso una vita indipendente che abbia un senso?

Siamo noi, tutti noi. “ ..è la gente che fa la storia. Che se si tratta di scegliere e di andare te la ritrovi tutta con gli occhi aperti che sanno benissimo cosa fare....” Sono tutte le persone che quotidianamente ci danno il loro sostegno con i mezzi che hanno a disposizione: una visita alla casetta, acquistando ortaggi, con un semplice “mi piace” (e ormai sono centinaia di migliaia) sui social network, scrivendoci, fotografandosi con l'hasthag ormai virale #iostocongliortolanicoraggiosi, fermandoci per strada, domandando, volendo sapere progetti e sviluppi, semplicemente esortandoci a tenere duro e andare avanti, riempiendo le sale dove si parla del progetto, ovunque, riempiendo la sala al convegno “e ora non mi rinchiudere” aiutandoci a gridarlo. Per non parlare delle fortissimi risposte che abbiamo avuto quando la sorte, diciamo, non è stata benevola. E' questa gente che ci spinge avanti in una direzione unica, quella gente con cui si deve parlare, sentire che cosa pensano. Coinvolgerli. Dobbiamo riaprire la discussione, riprendere la dialettica fra diritti individuali ed interessi collettivi. La tutela della soggettività assume una forte connotazione etica in quanto è educazione al sentirsi e al voler essere liberi. E' necessario far prevalere sempre le ragioni del singolo, di distinguerlo sempre nella sua specifica soggettività e non accomunarlo in insiemi, ambienti e ambiti indistinti in cui la personalità di ciascuno potrebbe finire dispersa. Si parla dei figli più deboli di una comunità che per loro ha già scelto: vogliono che abbiano una vita libera. Sul venerdì di Repubblica del 1° luglio 2016 Curzio Maltese ci esorta a sognare l'impossibile come si è sempre fatto nel passato per arrivare ad ottenere diritti e traguardi fino al quel momento inimmaginabili. Parla dei diritti dei lavoratori, dei diritti delle donne e di altro ancora. Noi per i nostri figli lo stiamo facendo. Tutti i giorni abbiamo il coraggio dell'impossibile e grazie al sostegno di tanta gente andiamo a realizzarlo

 

 

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