Pensieri di fine anno

30/12/2015

Cari amici,
è passato un altro anno complicato per i nostri ragazzi, un altro anno in salita. Che cosa ci porterà l'anno nuovo? Qualche tempo fa dicevo che le scale dei palazzi dove si decide il futuro delle persone diasabili, delle persone autistiche, si erano fatte più ripide. Ultimamente sembra a volte che abbiano chiuso le porte che introducevano a queste scale. Negli ultimi mesi dell'anno poi la situazione si è complicata. Quello che sta succedendo in Toscana ed in altre parti d'Italia, la voglia di re-istituzionalizzare la vita dei nostri ragazzi è una realtà. Non mi piace. Lo dico ancora. Mi sono schierato. Sono stato attaccato. Molte persone con me, con noi. Sono state attaccate. Non abbiamo timori. Andremo avanti. Molte persone mi hanno avvicinato dicendomi e parlandomi con complicità "siamo con te ma non possiamo esporci, capirai..." "sono con te ma tienimi fuori...come fo". e questo mi piace ancora meno. Noi nell'ambito del rispetto di tutti andremo avanti, continuando a esporre le nostre idee per i diritti dei nostri figli, per i diritti dei nostri ragazzi. E continueremo a farlo finchè saremo in un paese libero dove esprimere la propria opinione è un valore oltre che un diritto. Ognuno di noi ha il diritto/dovere di fare la propria parte, di schierarsi, ne va del futuro della vita di tante persone e, permettetemi, del futuro della nostra comunità.

Buon anno a tutti

Marino Lupi Presidente Autismo Toscana Onlus

 

“Odio gli indifferenti. Credo che vivere voglia dire essere partigiani. Chi vive veramente non può non essere cittadino e partigiano. L’indifferenza è abulia, è parassitismo, è vigliaccheria, non è vita. Perciò odio gli indifferenti.

L’indifferenza è il peso morto della storia. L’indifferenza opera potentemente nella storia. Opera passivamente, ma opera. È la fatalità; è ciò su cui non si può contare; è ciò che sconvolge i programmi, che rovescia i piani meglio costruiti; è la materia bruta che strozza l’intelligenza. Ciò che succede, il male che si abbatte su tutti, avviene perché la massa degli uomini abdica alla sua volontà, lascia promulgare le leggi che solo la rivolta potrà abrogare, lascia salire al potere uomini che poi solo un ammutinamento potrà rovesciare. Tra l’assenteismo e l’indifferenza poche mani, non sorvegliate da alcun controllo, tessono la tela della vita collettiva, e la massa ignora, perché non se ne preoccupa; e allora sembra sia la fatalità a travolgere tutto e tutti, sembra che la storia non sia altro che un enorme fenomeno naturale, un’eruzione, un terremoto del quale rimangono vittime tutti, chi ha voluto e chi non ha voluto, chi sapeva e chi non sapeva, chi era stato attivo e chi indifferente. Alcuni piagnucolano pietosamente, altri bestemmiano oscenamente, ma nessuno o pochi si domandano: se avessi fatto anch’io il mio dovere, se avessi cercato di far valere la mia volontà, sarebbe successo ciò che è successo?

Odio gli indifferenti anche per questo: perché mi dà fastidio il loro piagnisteo da eterni innocenti. Chiedo conto a ognuno di loro del come ha svolto il compito che la vita gli ha posto e gli pone quotidianamente, di ciò che ha fatto e specialmente di ciò che non ha fatto. E sento di poter essere inesorabile, di non dover sprecare la mia pietà, di non dover spartire con loro le mie lacrime.

Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze della mia parte già pulsare l’attività della città futura che la mia parte sta costruendo. E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini. Non c’è in essa nessuno che stia alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano. Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti”.

A. Gramsci, 11 febbraio 1917

 

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