31/03/2012
Concludo con tanta emozione questo convegno, un pò come l'avevo aperto. Credo di poter dire che questo evento rimarrà nel cuore di tante persone, sicuramente nel mio. Un evento che rappresenterà, ne sono certo, un punto di svolta nella storia della presa in carico delle persone con autismo. Durante la conferenza stampa di presentazione avevo definito questo evento come qualcosa di più di un convegno scientifico. I lavori hanno confermato quella che per me era una speranza. Una speranza in cui credevo fortemente. Abbiamo preso le persone con autismo e le abbiamo messe al centro del nostro ragionamento durante questi tre giorni. Intorno ad esse abbiamo raccolto la comunità, la società, i bisogni e i diritti. Abbiamo cercato di guardare queste persone, la loro vita, i loro bisogni e abbiamo cercato di capire quali risposte può dare una società moderna e civile che abbia solide basi democratiche e che quindi voglia realizzare politiche egualitarie. Posso dire che ci siamo riusciti. Abbiamo affrontato nella prima parte del convegno i percorsi educativi cercando di capire ancora una volta come la società si può adattare a queste persone e viceversa. Ripeto ciò che ho detto altre volte su questo argomento: i genitori ritengono la battaglia culturale sul tipo di approccio da tenere con i nostri ragazzi, una battaglia vinta. Questo però non vuol dire che non saremo vigili e pronti a difendere le nostre conquiste come abbiamo fatto schierandoci, in maniera compatta, in difesa delle Linee guida recentemente pubblicate. Abbiamo affrontato il nodo spinoso della terapia farmacologica. Abbiamo portato il teatro dentro al convegno come dentro ad una normale comunità. Abbiamo visto questa mattina le esperienze che si stanno facendo in giro per l'Italia. Abbiamo affrontato il progetto di vita parlando di lavoro, strumento indispensabile per il progetto di vita di ciascuna persona, normale o disabile che sia. Abbiamo cercato di abbattere le barriere di età nella presa in carico. Da oggi sarà molto più difficile, per chiunque, parlare solo di piccoli, parlare solo di presa in carico per i piccoli. Parlare di limiti di età nella presa in carico. Nella nostra zona la Casa di Ventignano potrà diventare ciò per cui costituisce una speranza per tante famiglie: una casa dove si possano accogliere con competenza quelle persone con Autismo che per gravità non potranno uscire in un contesto normale ma da dove chi ne ha la possibilità, più di quanti si creda, attraverso un percorso formativo specifico ed individualizzato, potrà ambire ad un percorso inclusivo nella società, fuori dalla casa. Da oggi il concetto che un servizio pubblico debba occuparsi di tutto l'arco di vita di queste persone è più forte.
Permettetemi qualche ringraziamento. L'ho già fatto e lo ripeto il primo grazie va a tutti coloro che attraverso la donazione del 5 per mille hanno permesso questo evento. Alla mia famiglia dove riapparirò dopo un periodo in cui sono stato un pò latitante. Ad Autismo Toscana, questa splendida realtà dove io mi onoro di dare il mio contributo. A tutti i genitori. Al Sindaco di San Miniato Vittorio Gabbanini che ci ha ospitato per la seconda volta nella sua splendida città. A tutti i relatori che non nomino avendoli ringraziati anche nel corso del convegno. Agli intervenuti, ripenso all'Assessore Daniela Scaramuccia e ai dirigenti della Regione Toscana Roti e Biagi. Permettetemi poi un ringraziamento particolare a due persone che sono risultate fondamentali per la realizzazione del convegno: al DG della USL 11 Dr. Eugenio Porfido, con lui nel maggio scorso abbiamo gettato le basi di un evento che ha fortemente voluto; al Presidente della SdS Empolese Andrea Campinoti. E qui il discorso per me si complica un pò. Con Andrea siamo diventati particolarmente amici e quindi più volte ha dovuto soppopportarmi di più degli altri e sopportare anche certe mie intemperanze che talvolta mi rendo conto sono, diciamo così, un pò forti. Ringrazio il comitato scientifico, per prima la Dr.ssa Annalisa Monti, che mi è stata più vicina, ma anche la Dr.ssa Enza Quattrocchi, il Dr. Gianpaolo La malfa e Donata Vivanti. L'augurio mio e di tutti noi è che nel 2014 si possa essere nuovamente qui. La speranza è che venga un tempo in cui la spinta propulsiva delle famiglie, ad oggi indispensabile, sia meno necessaria e che i genitori, che vanno inevitabilmente verso una fase della vita in cui le forze possano prima o poi diminuire, possano stare sereni perchè la comunità in cui vivono ha tutti gli strumenti per farsi carico delle persone con disabilità e quindi delle persone con Autismo. Vi abbraccio tutti. Grazie
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Ed eccomi qui a raccontare di quanto successo pochi giorni fa. Un evento raccontato tante volte e forse per questo...